Dottor Matteo Vannucci, endocrinologo di Rete PAS
L’Andrologia si è affermata come disciplina indipendente solo recentemente. È per sua natura multidisciplinare, perché intreccia, unendole e armonizzandole, competenze diverse (sessuologia, urologia, endocrinologia, dermatologia, infettivologia), con l’obiettivo, come afferma anche il suo nome (dal greco andros , «uomo» , e logos, «studio»), di trattare e comprendere in maniera adeguata la salute sessuale e riproduttiva dei soggetti maschili nelle diverse fasi della loro vita.
Che cos’è l’Andrologia e di che cosa si occupa?
L’Andrologia è una branca della medicina dedita allo studio delle malattie che riguardano l’apparato sessuale maschile. A differenza di quanto accade per la ginecologia, non esiste una vera e propria specializzazione. Di conseguenza gli andrologi si formano attraverso diversi percorsi di specializzazione come l’urologia o l’endocrinologia. Più nello specifico, l’andrologo si occupa essenzialmente della valutazione anatomica e funzionale di tutto ciò che riguarda gli organi genitali maschili, sia esterni (pene e testicoli) sia interni (vie genitali, prostata, vescichette seminali ecc.), e del trattamento di eventuali patologie che possono coinvolgerli.
Quali sono le patologie più trattate?
Le patologie più frequentemente trattate nel corso delle visite andrologiche sono la disfunzione erettile, i problemi di infertilità di coppia, le alterazioni dello spermiogramma, il varicocele, le problematiche eiaculatorie (su tutte l’eiaculazione precoce), le malattie testicolari o prostatiche, la ginecomastia (l’ingrossamento del tessuto mammario) e l’ipogonadismo (quadro clinico determinato da ridotti valori di testosterone).
Qual è la differenza tra andrologo e urologo?
Se da una parte l’andrologo può essere considerato l’equivalente maschile del ginecologo per le donne, dall’altra parte ha delle affinità con l’urologo, ma non è esattamente sovrapponibile a quest’ultimo. L’urologo, infatti, oltre ad avere competenze riguardo alla salute dell’apparato genitale maschile, si occupa anche dell’apparato urinario di entrambi i sessi. Senza dimenticare che ha anche competenze chirurgiche. Pertanto, in tutti i casi in cui potrebbe essere necessario ricorrere ad un un intervento chirurgico a livello genitale (ad esempio, in caso di fimosi o frenulo corto), è consigliato rivolgersi direttamente allo specialista in urologia.
In cosa consiste la visita andrologica e quali sono di solito gli esami più richiesti?
La visita andrologica inizia con un’accurata anamnesi, ovvero la raccolta dei principali dati clinici sia del paziente che della sua famiglia. Successivamente, si procede con l’esame obiettivo, che altro non è che la visita vera e propria. Vengono valutati i parametri antropometrici (peso, altezza, indice di massa corporea ecc.), la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Si passa poi alla valutazione dei genitali esterni e, se indicato in base al quesito clinico o all’età del paziente, all’esplorazione rettale. Infine, vengono valutati anche eventuali esami ematici o strumentali già eseguiti dal paziente.
Quanto è importante la prevenzione in ambito andrologico?
A differenza della donna che si sottopone regolarmente alla visita ginecologica, considerata ormai una routine, noi uomini proviamo spesso un certo timore nel sottoporci ad una valutazione andrologica. Tuttavia, la prevenzione è fondamentale fin dall’età giovanile. La diagnosi precoce di alterazioni dell’apparato genitale o di squilibri metabolici, può infatti prevenire o trattare malattie che potrebbero compromettere la fertilità e la normale attività sessuale in età adulta. Per non parlare di un tumore raro (ma comunque il più frequente negli uomini di giovane età) come quello testicolare, dove è importante non solo sottoporsi a screening regolare, ma anche conoscere la pratica dell’autopalpazione a scopo preventivo.
Quanto è importante per l’andrologo collaborare con altri specialisti?
È assolutamente fondamentale. Ho fatto prima l’esempio del frenulo corto, ma anche per molte altre patologie (come ad esempio il varicocele, il tumore testicolare o l’ipertrofia prostatica benigna ecc.) è necessario collaborare con i colleghi urologi. Altra figura con cui è essenziale collaborare è il medico specialista in dermatologia e venereologia, cui il paziente può rivolgersi in caso di sospette infezioni genitali quali balaniti, herpes genitale e tante altre.
L’idea di consultare un andrologo può suscitare timore o imbarazzo in un uomo. Quanto è importante per il medico adottare un approccio non invasivo che cerchi di comprendere le esigenze e le preoccupazioni del paziente?
Personalmente, considero l’empatia una qualità essenziale: deve essere presente in ogni medico, indipendentemente dalla sua specializzazione. Essa assume un ruolo ancora più importante nel contesto di una visita andrologica: il paziente si mette letteralmente a nudo, sia fisicamente sia emotivamente, rivelando le proprie insicurezze. Per concludere, ascoltare e comprendere il paziente, empatizzare con lui e cercare il percorso di cura più adeguato che venga incontro alle sue esigenze, sono elementi fondamentali che non devono essere mai trascurati dall’andrologo.