Nell’agosto del 1993, il «Sunday Magazine» del «New York Times» pubblicò in copertina una foto della modella Joanna Motichka, conosciuta come Matuschka, intitolata «Beaut of Damage». L’immagine, così cruda ma autentica, mostrava con chiarezza una cicatrice sul petto dovuta alla mastectomia affrontata qualche anno prima dalla modella. Suscitò immediatamente scalpore e controversie. Tuttavia, divenne presto iconica: sfidava apertamente il tabù legato al cancro al seno e, mostrando i segni che una malattia lascia sul corpo e il conseguente impatto sulla percezione di sé, ridefiniva gli standard di bellezza tradizionali. Quando si parla di patologie legate al seno, infatti, non si può trascurare la complessa interazione tra l’aspetto puramente curativo, la percezione del corpo e le componenti psicologiche. Grazie ai progressi compiuti dal punto di vista chirurgico, oggi è possibile intervenire in maniera sempre più efficace e meno invasiva, preservando così l’armonia corporea della paziente. Per esplorare a fondo questi temi, abbiamo avuto il privilegio di intervistare la Dottoressa Silvia Nesi, chirurga senologa presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi.
La Dottoressa Silvia Nesi ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze e si è successivamente specializzata, nel medesimo ateneo, in Chirurgia dell’Apparato Digerente e in Endoscopia Digestiva Chirurgica. Attualmente svolge attività chirurgica come primo operatore all’interno della Breast Unit (Centro di Senologia) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, occupandosi di chirurgia oncoplastica mammaria e di ricostruzione oncologica pre-pettorale, oltre ad effettuare visite chirurgiche senologiche, fondamentali per la presa in carico della paziente e la successiva impostazione del percorso diagnostico-terapeutico più adeguato. Riceve inoltre presso gli Ambulatori Specialistici Toscani, con sede in Viuzzo delle Case Nuove a Firenze.
Partiamo da una domanda preliminare, ma necessaria. Che cos’è la chirurgia senologica e di che cosa si occupa?
La chirurgia senologica è una disciplina medica che si dedica alla cura e al trattamento delle patologie della mammella, siano esse di natura benigna o maligna, in ogni fase della vita di una donna: età fertile (compreso il periodo della gravidanza e dell’allattamento), menopausa, terza età. Pertanto, il chirurgo senologo non si occupa esclusivamente degli interventi chirurgici, ma gestisce anche la parte medica e terapeutica, prendendo in carico la paziente in ogni fase della malattia.
Negli ultimi dieci anni la mortalità per tumore al seno è diminuita significativamente. Qual è l’importanza della prevenzione (soprattutto per chi ha alle spalle una storia familiare), sia in termini di tecniche strumentali che di stile di vita?
Sicuramente l’ultimo decennio ha visto diminuire la mortalità per tumore mammario, nonostante esso rimanga il tumore più diagnosticato nelle donne e rappresenti la prima causa di morte femminile. Si stima infatti che una donna su nove svilupperà un tumore al seno nell’arco della sua vita. Un forte contributo alla diminuzione della mortalità è dovuto sicuramente alle pratiche di prevenzione, che consentono di avere diagnosi precoci, individuando così i tumori quando sono ancora ad uno stadio iniziale. La mortalità per tumore è inversamente correlata allo stadio della malattia: più si fa diagnosi precoce più aumentiamo le probabilità di sopravvivenza. Le moderne tecniche di imaging, come mammografia ed ecografia di ultima generazione, permettono di individuare piccole lesioni, ma anche discriminarne la natura, identificando così quelle caratteristiche sospette che ci porteranno successivamente a fare ulteriori accertamenti. Un discorso a parte, ma comunque di estrema importanza, riguarda lo stile di vita. Vi sono ancora molti studi in corso, ma tutti concordano che il sovrappeso, l’abuso di alcol, il fumo e il consumo di cibi conservati sono fattori determinanti nello sviluppo dei tumori, compreso quello mammario. Infine, non deve essere mai sottovalutata la storia familiare, che rappresenta un importante fattore di rischio.
Mammografia ed ecografia mammaria sono gli esami strumentali imprescindibili per monitorare la salute del seno. In cosa differiscono e in quali casi è consigliato l’uno invece dell’altro?
La mammografia è una radiografia del seno che viene utilizzata regolarmente nei programmi di screening. Solitamente viene eseguita annualmente per le donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni, mentre per quelle tra i 50 e i 74 anni la frequenza è biennale. Questo esame permette di individuare formazioni, sia a contenuto solido sia a contenuto liquido, presenti all’interno del tessuto mammario. Bisogna sottolineare e ricordare che l’ecografia non è un’alternativa alla mammografia, ma complementare ad essa. Essendo un esame sicuro, semplice e non invasivo, è particolarmente indicata per le donne più giovani. Inoltre, essendo in queste il tessuto ghiandolare più denso, l’ecografia mammaria fornisce informazioni più accurate rispetto alla mammografia. Grazie alla sua totale sicurezza e all’assenza di controindicazioni, questo esame è adatto anche alle donne in gravidanza che presentano noduli mammari.
I noduli al seno molto spesso possono generare preoccupazione, anche se nella maggior parte dei casi sono benigni. Quali sono tuttavia i segnali da non sottovalutare?
I noduli al seno, soprattutto nelle giovani donne, nella maggior parte dei casi sono benigni. Tuttavia, è importante non sottovalutarli. In caso di rapido accrescimento o cambiamenti visibili (affossamento o retrazione della pelle), è importante che il nodulo venga sottoposto a un’ecografia mammaria.
Tra i noduli, il fibroadenoma è quello più diffuso nelle donne in giovane età. Di che cosa si tratta?
Il fibroadenoma mammario è un tumore benigno che si sviluppa nelle donne di età compresa fra i 15 e i 30 anni. Di solito si manifesta come un singolo nodulo che può essere scoperto dalla paziente attraverso la palpazione oppure durante l’esecuzione di un’ecografia. Non dà sintomi e generalmente è innocuo: una volta scoperto, va tenuto sotto controllo, al fine di valutare eventuali cambiamenti sia nelle dimensioni che nella consistenza.
Quali sono stati i principali progressi compiuti negli ultimi anni dal punto di vista chirurgico in ambito senologico?
Oggi, grazie ai progressi della chirurgia oncoplastica e ricostruttiva, si riesce a dare maggiore risalto a un approccio chirurgico che integra l’aspetto interventistico con quello estetico. Questo consente non solo di garantire cure efficaci, ma anche di preservare l’armonia del corpo della paziente interessata.
Per concludere, ricollegandoci a questa sua ultima risposta, gli interventi chirurgici non devono porre attenzione solo all’aspetto curativo ma anche a quello corporeo e psicologico. Quale tipo di rapporto dovrebbe instaurare il medico con la paziente per offrirle un percorso di cura che sia completo?
Il medico dovrebbe aiutare la donne nel farle comprendere che, oggigiorno, l’atto chirurgico non va più considerato di per sé come una mutilazione. Grazie alla ricostruzione con protesi immediata, infatti, è possibile eseguire mastectomia preservando la cute e il complesso areola-capezzolo. Durante l’intervento, una protesi progettata per essere il più possibile simile alla mammella controlaterale viene inserita sotto la cute in modo da preservare un’immagine armonica del corpo.