Rottura della cuffia dei rotatori: cause, sintomi e trattamenti

La cuffia dei rotatori è una componente muscolare e tendinea essenziale per la stabilità e il corretto movimento della spalla. Nell’intervista che segue, il Dottor Lorenzo Nistri, ortopedico di Rete PAS e PAS empolese, approfondisce i segnali che possono indicare una sua rottura, le cause che ne sono alla base e le strategie terapeutiche per favorire un recupero ottimale.
Indice dei contenuti

Dottor Lorenzo Nistri, medico ortopedico di Rete PAS e di PAS Empolese

Dott. Lorenzo Nistri

Che cos’è la cuffia dei rotatori?

La cuffia dei rotatori è il complesso dei quattro muscoli, con i rispettivi tendini, che contribuisce al movimento dell’articolazione della spalla e che tiene stabile l’articolazione fra la scapola e l’omero (l’osso che appartiene alla parte superiore del braccio). I quattro muscoli, contraendosi in maniera coordinata, mantengono la testa dell’omero compressa e centrata contro la superficie articolare della spalla, chiamata glena. Questa funzione è indispensabile perché l’articolazione scapolo-omerale non ha una stabilità legata all’incastro delle due componenti. Inoltre, senza l’attività senza l’attività coordinata dei muscoli, i movimenti di elevazione del braccio diventano impossibili, così come i movimenti di rotazione interna (i gesti con cui portiamo la mano sull’addome o dietro la schiena) ed esterna (i gesti con cui allontaniamo la mano dal corpo oppure la poniamo sulla testa e dietro la nuca) della spalla.

Quali sono i sintomi della rottura della cuffia dei rotatori?

Di norma, quando si parla di lesioni o rottura della cuffia dei rotatori, ci riferiamo a lacerazioni del tessuto tendineo con disinserzione dalla superficie ossea. La forma e le dimensioni delle lesioni sono variabili. La rottura della cuffia dei rotatori è solitamente caratterizzata da dolore nella parte anteriore della spalla, soprattutto se la causa della rottura è di natura traumatica. Il dolore può irradiarsi anche all’intero braccio, specialmente quando vengono compiuti movimenti come alzare il gomito sopra la spalla o appoggiarlo su una superficie (ad esempio, di un tavolo, di una scrivania o di un bracciolo di una poltrona).
Quando la rottura deriva invece da una condizione cronica, il dolore si manifesta con intensità variabile nel tempo ed è spesso presente nelle ore notturne, senza dimenticare la maggiore difficoltà nel compiere movimenti, i quali hanno un raggio limitato, e l’impossibilità di sollevare pesi anche modesti.

Quali sono le cause alla base della rottura della cuffia dei rotatori?

Una lesione può verificarsi sia a causa di un evento traumatico, come un movimento errato, un eccessivo carico o una collisione, sia per via degenerativa, dovuta a continui stress a cui è sottoposta l’articolazione o alla graduale degenerazione del tessuto tendineo provocata dall’invecchiamento. Tuttavia, bisogna considerare anche i fattori di rischio che concorrono al verificarsi dell’evento:

  • Per la rottura tendinea traumatica, i fattori di rischio più comuni sono le attività sportive (ad esempio, rugby, calcio, sci e motocross) e lavorative che hanno un’alta incidenza di traumatismi a carico della spalla.
  • Per le lesioni degenerative, i fattori di rischio sono legati all’età, a patologie metaboliche (il diabete, ad esempio) o abitudini di vita (il fumo, ad esempio) che generano una diminuzione della vascolarizzazione dei tendini, indebolendoli e predisponendoli alla rottura.

Infine, la rottura può derivare anche dallo svolgimento di un lavoro che sollecita l’articolazione in modo continuo o da una predisposizione personale, dovuta alla conformazione dell’articolazione.

Quali sono i trattamenti in seguito alla rottura della cuffia dei rotatori?

Per stabilire la presenza di una lesione, il primo passo è una visita dall’ortopedico, che può riscontrarla con una serie di manovre che valutano i movimenti della spalla in varie direzioni, il dolore che può scaturire nel svolgerle e la forza impressa dai tendini.
In seguito, vengono effettuati degli esami diagnostici: l’ecografia è il primo esame di screening, mentre la risonanza magnetica (RM) fornisce informazioni più complete e dettagliate, soprattutto quando si deve valutare un eventuale intervento di riparazione. Bisogna comunque precisare che soltanto alcune lesioni potrebbero richiedere un intervento chirurgico (ad esempio, se il dolore non regredisce con i vari trattamenti o l’attività lavorativa svolta dal paziente richiede l’utilizzo costante dell’articolazione). I trattamenti, che nella maggior parte dei casi garantiscono la progressiva scomparsa del dolore e il recupero di una buona funzionalità della spalla, solitamente prevedono il ricorso alla fisioterapia, alla terapia farmacologica e la riduzione della attività gravose, che nella maggior parte dei casi garantiscono la progressiva scomparsa del dolore e il recupero di una buona funzionalità della spalla.

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Picture of Dott. Lorenzo Nistri
Dott. Lorenzo Nistri
Il dott. Lorenzo Nistri ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Firenze e si è successivamente specializzato, nel medesimo ateneo, in Ortopedia e Traumatologia. Durante la specializzazione ha svolto un periodo di formazione prima presso l’Ospedale Henri Motor di Créteil, occupandosi di cellule staminali, e poi presso l’Ospedale Ortopedico Speising di Vienna, dedicandosi al trattamento delle fratture mediante fissazione esterna. Esperto in protesica mininvasiva di anca e ginocchio, oltre che in chirurgia del piede e artroscopica del ginocchio, il Dottor Nistri ha all’attivo oltre 700 interventi come primo operatore.
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Il dott. Lorenzo Nistri ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Firenze e si è successivamente specializzato, nel medesimo ateneo, in Ortopedia e Traumatologia. Durante la specializzazione ha svolto un periodo di formazione prima presso l’Ospedale Henri Motor di Créteil, occupandosi di cellule staminali, e poi presso l’Ospedale Ortopedico Speising di Vienna, dedicandosi al trattamento delle fratture mediante fissazione esterna. Esperto in protesica mininvasiva di anca e ginocchio, oltre che in chirurgia del piede e artroscopica del ginocchio, il Dottor Nistri ha all’attivo oltre 700 interventi come primo operatore.

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