L’ecocolordoppler transcranico con bubble test nella diagnosi del forame ovale pervio

L’ecocolordoppler transcranico con bubble test nella diagnosi del forame ovale pervio
L’ecocolordoppler transcranico con bubble test è un esame minimamente invasivo utilizzato per diagnosticare e valutare il forame ovale pervio (PFO), un difetto cardiaco comune che aumenta il rischio di ictus ed emicranie. L’esame è rapido, sicuro, privo di controindicazioni e permette di prevenire complicanze cerebrovascolari identificando il passaggio anomalo di sangue.
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Dottoressa Lucia Monti, radiologa e neuroradiologa di Rete PAS

D.ssa Lucia Monti, radiologa

Lecocolordoppler transcranico con bubble test, noto anche come test delle microbolle, è un esame strumentale di elevata precisione, minimamente invasivo, che riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi del forame ovale pervio (PFO), oltre che nella prevenzione e nel trattamento delle complicanze ad esso collegate. Il PFO è un difetto cardiaco congenito molto frequente nella popolazione generale ed è caratterizzato dalla mancata chiusura completa di una comunicazione tra l’atrio destro e l’atrio sinistro del cuore.

Che cos’è l’ecocolordoppler transcranico con bubble test?

L’ecocolordoppler transcranico con bubble test è un esame diagnostico minimamente invasivo che serve a valutare la presenza di un passaggio anomalo di sangue tra il lato destro e il lato sinistro del cuore, spesso associato al forame ovale pervio (PFO).

A cosa serve e in quali casi è consigliato effettuarlo?

L’ecocolordoppler transcranico con bubble test non solo conferma la presenza del forame ovale pervio, anomalia congenita piuttosto diffusa nella popolazione, ma consente di valutarne la gravità e l’impatto potenziale sulla salute. In particolare, si identificano tutte quelle condizioni che possono portare a un aumento del rischio di ictus o embolie. Il passaggio anomalo di sangue tra le due sezioni del cuore (shunt destro-sinistro) bypassa il filtro naturale dei polmoni, consentendo il trasporto di emboli o microbolle verso il cervello. Il forame ovale pervio è associato a diverse complicazioni neurologiche o cerebrovascolari come l’ictus criptogenico (di causa sconosciuta) e l’emicrania con aura. In sintesi, l’accuratezza diagnostica di questo esame e la sua capacità di fornire informazioni dettagliate sul funzionamento cardiocircolatorio lo rendono uno strumento essenziale nella gestione e nella prevenzione delle complicanze, potenzialmente gravi, associate al forame ovale pervio.

Come si svolge l’esame?

Questo esame, di breve durata, si svolge con il paziente sveglio e sdraiato. Si utilizza una sonda ecografica che, una volta posizionata sulla tempia, grazie agli ultrasuoni, rileva il flusso del sangue all’interno dei vasi intracranici. Contemporaneamente, viene iniettata in una vena di un braccio una soluzione fisiologica (completamente sicura) contenente piccole bolle d’aria. Normalmente queste bolle vengono «filtrate» dai polmoni. Se però le bolle arrivano al cervello, significa che vi è un passaggio anomalo, come il forame ovale pervio, tra le cavità destre e le cavità sinistre del cuore.

Questo esame presenta dei rischi o delle controindicazioni?

Questo esame è considerato sicuro e, secondo la letteratura scientifica internazionale attuale, non sono stati riportati eventi avversi correlati alla sua esecuzione. Per il paziente, l’unico impegno consiste nell’effettuare un accesso venoso, solitamente localizzato nella vena cefalica del braccio, per la somministrazione della soluzione contenente le bolle d’aria. L’esame è particolarmente indicato per i soggetti di età inferiore ai 50 anni, a meno che non vi siano specifiche giustificazioni cliniche fornite dallo specialista che ne raccomandino l’esecuzione anche in fasce di età differenti. Infine, l’indagine non prevede alcuna preparazione.

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Dott.ssa Lucia Monti
La Dottoressa Lucia Monti, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Siena, si è specializzata, nel medesimo istituto, in Radiodiagnostica. Ha svolto gran parte della sua attività lavorativa all’interno dell’Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, ricoprendo tra l’altro il ruolo di dirigente medico. Autrice e co-autrice di più di 250 lavori scientifici nazionali e internazionali, pubblicati su riviste a elevato impatto come «Science Advances» e «Radiology», ha inoltre l’abilitazione nazionale come Professoressa associata di Radiodiagnostica ed ha incarichi di docenza presso l’Università degli Studi di Siena.
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Dott.ssa Lucia Monti
La Dottoressa Lucia Monti, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Siena, si è specializzata, nel medesimo istituto, in Radiodiagnostica. Ha svolto gran parte della sua attività lavorativa all’interno dell’Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena, ricoprendo tra l’altro il ruolo di dirigente medico. Autrice e co-autrice di più di 250 lavori scientifici nazionali e internazionali, pubblicati su riviste a elevato impatto come «Science Advances» e «Radiology», ha inoltre l’abilitazione nazionale come Professoressa associata di Radiodiagnostica ed ha incarichi di docenza presso l’Università degli Studi di Siena.

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