Cos’è e perché è importante
Il carcinoma mammario è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne: si stima che 1 donna su 8 lo sviluppi nel corso della vita. Solo circa il 5% dei casi ha un’origine genetica; la grande maggioranza (90–95%) è legata a fattori ambientali e stili di vita. Questo rende la prevenzione—primaria e secondaria—un pilastro fondamentale della salute femminile.
Azioni di prevenzione
- La prevenzione primaria mira a ridurre l’insorgenza della malattia intervenendo sulle abitudini quotidiane: dieta ricca di frutta, verdura, cereali e legumi; riduzione di carne rossa, sale, alimenti processati e ad alto contenuto calorico; controllo del peso; minore consumo di alcol; attività fisica regolare. Sono azioni semplici ma impattanti sull’incidenza complessiva del tumore mammario.
- Ad oggi, l’arma più efficace contro il tumore della mammella è intercettarlo in fase precoce, quando i trattamenti sono più mirati e le probabilità di guarigione maggiori. Per questo la prevenzione secondaria—basata su esami e controlli periodici—è essenziale per tutte le donne, anche in assenza di sintomi.
Esami e controlli medici
Per la prevenzione del tumore al seno il primo approccio rimane l’autopalpazione: palpando le mammelle ed i cavi ascellari (campanelli d’allarme: nodulo duro al tatto, scarsamente mobile, cute retratta o con arrossamenti focali, secrezioni ematiche) e osservarsi allo specchio per notare eventuali anomalie, asimmetrie, retrazioni del complesso areola capezzolo.
La mammografia è l’esame cardine della diagnosi precoce. Si raccomanda a partire dai 40 anni, con cadenza annuale, senza un limite superiore di età: l’età, infatti, è il principale fattore di rischio e rende utili i controlli anche in età avanzata.
Tuttavia, in molte donne—circa il 40%—la mammella presenta elevata densità radiologica. In questi casi la mammografia può essere meno sensibile, con rischio di falsi negativi. Per ridurre la possibilità di errore, soprattutto nelle donne più giovani (più frequentemente con mammelle dense), è opportuno integrare la mammografia con un’ecografia.
L’ecografia è l’esame di completamento nelle over 40 e costituisce il controllo di riferimento nelle donne più giovani: dai 30 anni (o dai 25 in presenza di rischio familiare elevato) fino ai 40, quando iniziano i follow-up mammografici.
In situazioni selezionate, metodiche con mezzo di contrasto—come la mammografia con contrasto o la risonanza magnetica—possono offrire maggiori informazioni. Hanno però indicazioni specifiche e si riservano a casi clinici particolari. Se gli esami strumentali evidenziano reperti significativi, si procede con una biopsia per il prelievo di tessuto e l’esame istologico. È il passaggio decisivo per arrivare alla diagnosi definitiva e impostare il percorso terapeutico più adeguato.
È molto importante andare a fare i controlli radiologici senologici portando con sé i precedenti esami effettuati affinché il radiologo possa confrontare le immagini e notare eventuali variazioni sia nelle dimensioni che nella morfologia di reperti già noti da tempo e segnalati o notare differenze come la comparsa di reperti mammografici ed ecografici sospetti.